La fata del pozzo


Ci sono libri che per caso o per fortuna ti ritrovi sotto gli occhi, e che inizi a leggere senza grandi aspettative; spesso sono libri brevi, di autori poco conosciuti, ma che per un motivo o per un altro ti hanno incuriosito e che finiscono per lasciarti molto più di quanto ti saresti aspettato: uno di questi per me è stato La fata del pozzo di Letizia Colucci.


Leggendo molti grandi capolavori della letteratura o guardando migliaia di film romantici con l’immancabile bacio con sottofondo musicale, ci abituiamo a considerare l’amore come qualcosa di straordinario, di plateale, di prezioso, e va benissimo; di frequente, però, finiamo con il rimanere inevitabilmente delusi dalla dura realtà, che più che attraverso le famose lenti rosa ci appare come filtrata da uno spesso paio di occhiali scuri, e ci scordiamo che un lieto fine ce lo meritiamo tutti. Perfino le fate sono alle prese con i problemi d’amore: Anna, per esempio, che dopo essere stata lasciata in malo modo da Torphund, l’elfo dal nome orrendo che ha frantumato le sue speranze e il suo cuore, si è rifugiata nel pozzo in cui inizia la nostra storia. È qui che scorge per la prima volta Marco, un aspirante musicista e un’aspirante persona felice, che per il momento vede davanti a sé solo lezioni interminabili e delusioni d’amore. E dato che la situazione, negli anni, sembra non migliorare, Anna decide di avventurarsi nel mondo degli uomini per salvarlo. Ma da umana è proprio lei che si ritrova con il cuore spezzato e che, dopo essere stata trattata come un oggetto nella vita reale, ha deciso di ricorrere all’aiuto della tecnologia. Nessuno dei due sa ancora che questa semplice risoluzione sarà l’inizio di una bellissima storia d’amore, una di quelle che ti cambiano la vita non solo durante il bacio sotto la pioggia, ma anche dopo i titoli di coda -in questo caso, proprio sulle note di Anna e Marco di Lucio Dalla.


Il profilo Instagram procionabibliofila è stato uno dei primi che ho scoperto da quando ho aperto questo blog, ed è uno di quelli che guardo più volentieri e a cui mi ispiro di più: dunque dopo aver appreso che Letizia aveva scritto diversi libri mi è spesso venuta voglia di acquistarne uno, e quando ha gentilmente deciso di metterlo a disposizione dei lettori ne ho subito approfittato. 


Nonostante la curiosità, ero però pronta a una piccola delusione, non dovuta assolutamente alla poca bravura dell’autrice, ma al genere a cui appartiene questo romanzo: come ormai saprete, tranne poche eccezioni non riesco a soffrire i libri romantici nemmeno a San Valentino! Questo però non è dovuto al mio cuore di pietra (non lo è, vero?), ma al fatto che purtroppo è a mio parere quasi impossibile -o perlomeno molto inusuale- non creare una storia d’amore straordinaria(mente finta), o due protagonisti che esistono solo in funzione dell’altro. Sono felice di poter dire che in questo libro non c’è nulla di tutto questo: attraverso gli occhi di Anna, sagace e disillusa sia come fata che come donna, vediamo come un semplice match su Tinder pian piano (ma nemmeno tanto piano, in realtà) si sviluppi fino a diventare amore. E questo non lo rende assolutamente stereotipato, anzi: la protagonista ci mostra perfettamente l’evoluzione del suo sentimento che, ad ogni messaggio, diventa più forte, e lo fa in modo tale che è quasi impossibile non riconoscervisi almeno in parte. 

E’ stato veramente un piacere leggere le riflessioni di Anna e vederla scoprire non solo l’amore, ma anche sé stessa, che da ragazza insicura, sempre pronta a fare di tutto pur di non essere vista come “di troppo”, sarà alla fine apprezzata come merita da un meraviglioso (sottolineo, meraviglioso) Marco e imparerà ad essere più indulgente nei propri confronti. E lo stile dell’autrice, anche se risente comprensibilmente della sua inesperienza, con la sua arguzia e ironia è adattissimo a raccontare questa storia senza renderla né frivola né sdolcinata -e se lo dico io, potete fidarvi.


Tirando le somme, posso dire che questo piccolo racconto mi ha regalato un’oretta di felicità e un sorriso sulle labbra che mi ha accompagnato per tutta la giornata. Perciò, se siete alla ricerca del vostro Marco o della vostra Anna, leggete La fata del pozzo e ricordatevi che anche voi avete diritto al vostro lieto fine e che, anche se vorreste morire o andarvene lontano, prima o poi qualcuno vi vedrà tornare tenendovi per mano.


Adesso ditemi, conoscevate questo libro? Vi ho incuriosito? Qual è stata la vostra lettura più sorprendente degli ultimi mesi?

Commenti

Post popolari in questo blog

La spada e il crisantemo

Serpent & Dove - La strega e il cacciatore

Il grande ritratto