Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Letture obbligatorie: leggere sì, ma non per piacere

Oggi, cari lettori, non sono qui a proporvi una recensione, ma semplicemente a chiedere il vostro parere su una spinosa questione con la quale vi sarete scontrati tutti voi almeno una volta nella vita (fortunati quelli che hanno sofferto così poco!): la lettura obbligatoria .  La scuola, a quanto pare, oltre ai compiti ha trovato un metodo facile e veloce per tormentare i ragazzi, costringendoli a impiegare il proprio tempo libero per leggere libri che nessuno di loro si sarebbe mai sognato di aprire. Ora, di sicuro spingere bambini e adolescenti alla lettura è un compito più che lodevole, perché “una vita senza libri è una vita non vissuta” , per dirla con le parole di Jay Kristoff -sì, è stato il primo autore a cui ho pensato, va bene?- e, oltre alle mille sfumature, uniche e personalissime, di quel senso di immensità (non trovo un termine più adatto, perdonatemi) che ogni lettore ritrova tra le pagine dei propri libri preferiti, la lettura ha anche dei vantaggi più prosaici : mig

La fata del pozzo

Ci sono libri che per caso o per fortuna ti ritrovi sotto gli occhi, e che inizi a leggere senza grandi aspettative; spesso sono libri brevi, di autori poco conosciuti, ma che per un motivo o per un altro ti hanno incuriosito e che finiscono per lasciarti molto più di quanto ti saresti aspettato : uno di questi per me è stato La fata del pozzo di Letizia Colucci . Leggendo molti grandi capolavori della letteratura o guardando migliaia di film romantici con l’immancabile bacio con sottofondo musicale, ci abituiamo a considerare l’amore come qualcosa di straordinario , di plateale, di prezioso, e va benissimo; di frequente, però, finiamo con il rimanere inevitabilmente delusi dalla dura realtà, che più che attraverso le famose lenti rosa ci appare come filtrata da uno spesso paio di occhiali scuri, e ci scordiamo che un lieto fine ce lo meritiamo tutti . Perfino le fate sono alle prese con i problemi d’amore: Anna , per esempio, che dopo essere stata lasciata in malo modo da Torphund ,

Una stanza tutta per sé

Ho sempre preferito la narrativa alla saggistica : per me i libri rappresentano una forma di evasione, una porta verso mille mondi in cui perdermi (e magari, chissà, ritrovarmi) e in generale una fonte di puro piacere e divertimento . Non ho mai letto per sentirmi più intelligente né tantomeno per studiare (a meno di non essere obbligata a farlo, e sì, sto guardando te, scuola italiana!), semplicemente perché sprecare il mio tempo con qualcosa di interessante -per me- quanto una televendita di bulloni usati non è proprio la mia attività preferita , soprattutto da quando ho scoperto, ahimè, che sarebbe un miracolo riuscire a leggere 5000 libri in tutta la propria vita. Perciò, niente saggi, almeno finché non mi sono imbattuta in questo. Ad essere sincera, nella mia ignoranza credevo fosse un romanzo : è diventato già un classico nonostante sia stato scritto solo nel 1929 ed è forse l’opera più conosciuta di un'autrice famosissima, quasi un’icona -indizi, questi, che mi avrebbero fa