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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Città di spettri

Non sono una grande fan di Halloween . Non lo aspetto come una festa irrinunciabile, non conto i giorni che mi separano al 31 ottobre, e non decoro casa con settimane di anticipo. Certo, da bambina mi sono sempre divertita ad andare in giro travestita da strega (costume che avrei riutilizzato per anni adattandolo a vampira e mangiamorte), a mangiare qualche caramella in più, a restare sveglia fino a tardi con le amiche, ma quando si trattava del volto più spaventoso di questa festa mi sono sempre tirata indietro . In genere, nel mio gruppo di amici sono quella che durante le serate Netflix e pizza cerca con uno slancio quasi disperato di proporre una commedia romantica di fronte ai vari thriller e horror: perché no, non amo i film dell’orrore, non amo spaventarmi, non amo le storie di fantasmi.  O meglio, non le amavo, perché non ho potuto fare a meno di innamorarmi di quella inquietante-ma-non-terrorizzante racchiusa in questo libro: scaturito dall’acuta penna di Victoria E. Schwab ,

La Corona di Mezzanotte

Ma in queste uggiose giornate di ottobre, perché non fare affidamento su un bel fantasy, magari uno dei tanti sequel che, per un motivo o per un altro, non abbiamo mai continuato? Il libro che vi propongo oggi, cari lettori, è proprio il continuo di una serie: dopo La Lama dell’Assassina e Il Trono di Ghiaccio , riprendiamo le nostre montagne russe gentilmente offerte da Sarah J. Maas con La Corona di Mezzanotte ! Celaena Sardothien è riuscita ad ottenere l’incarico di paladina del re , ma non può certamente considerarla una vittoria, almeno non ora: da mesi è infatti costretta ad uccidere per l’uomo che ha condannato lei e l’intera Erilea . Ma quando scopre che il prossimo cospiratore da eliminare è Archer Finn , il più famoso e richiesto cortigiano di Rifthold , nonché vecchia conoscenza della Gilda degli Assassini, non riesce a credere ai suoi occhi. Quel che è certo è che, ribelle o meno, gli renderà salva la vita, come fa da mesi a questa parte con tutte le sue vittime, di cui

Diario di scuola

C’è un luogo, forse l’unico, che quando si è costretti a frequentarlo è visto come una prigione sotto mentite spoglie, e che invece nel momento in cui non ci si può più mettere piede diventa magicamente lo sfondo delle foto a tema “i migliori anni della nostra vita”: la scuola . Sarà che il tempo è un po’ il fondotinta dei ricordi , e che come tale copre e aggiusta i dettagli spiacevoli delle nostre esperienze, sarà che dopo la maturità la vita diventa paradossalmente più acerba e complicata, sarà che “giovinezza mezza allegrezza” : in ogni caso, qualsiasi persona dagli -anta in su (per quanto riguarda questa imberbe pseudo-blogger, la vecchiaia inizia molto prima di quanto in realtà accada, perciò preferisco non espormi rischiando il linciaggio) vi dirà che quelli della scuola sì che erano bei tempi. Immancabilmente, attirerà su di sé occhiatacce, anatemi ed insulti non proprio velati da parte di tutti coloro che come me aspettano la campanella come un carcerato attende l’amnistia -