La Lama dell'Assassina


Oggi vi presento una saga divenuta ormai leggendaria tra gli young adult, scaturita dalla penna tanto osannata quanto criticata di Sarah J. Maas: sì, vi introduco finalmente la mia serie di recensioni della saga de Il Trono di Ghiaccio, partendo dal suo prequel, La Lama dell’Assassina. 


Benché nessuno abbia mai visto il suo volto, ad Adarlan e in tutta l’Erilea non c’è nessuno che non conosca il nome di Celaena Sardothien, la più letale assassina del regno. Nonostante i suoi sedici anni, infatti, Caelena è presto diventata l’allieva prediletta di Arobynn Hamel, il capo della Gilda degli Assassini, inimicandosi però così molti dei suoi compagni, tra cui Sam Cortland, suo eterno rivale ed eterno secondo. Ogni loro antagonismo passa tuttavia in secondo piano durante una missione a loro affidata nelle Isole Morte: mandati al cospetto di Rolfe, il famoso e famigerato Signore dei Pirati, dovrebbero infatti concludere per conto di Arobynn una vendita di schiavi, delle persone inermi, indifese, condannate ad un tale destino per essersi opposti alla brama di conquista del Re di Adarlan, persone che questa assassina dal passato oscuro ha giurato a sé stessa di proteggere e difendere… Questa è solo la prima di una serie di avventure legate tra loro (e in origine pubblicate separatamente) che porteranno Caelena dalla Baia del Teschio al Deserto Rosso, da cittadine portuali sperdute e malfamate alla capitale, Rifthold, con le sue luci e le sue ombre. Tra tradimenti, nuove amicizie, amori decisi a sbocciare e violenze -sia fisiche che psicologiche- irripetibili, Caelena capirà finalmente da quale parte sarà giusto schierarsi.


Non so se leggere La Lama dell’Assassina dopo Il Trono di Ghiaccio (e quindi dopo l’effettivo inizio della serie) sia stata una mossa stupida o meno, ma in ogni caso posso dire senza dubbio che questa raccolta si è rivelata alla fine più interessante della saga vera e propria (ma qui ci ritorneremo in seguito). Combattimenti, scenari esotici, mistero: tutto questo e molto altro rende le avventure di Caelena appassionanti, coinvolgenti e mai noiose, tanto che l’idea di aggiungerne qualcuna in più non mi sarebbe dispiaciuta affatto…


Sicuramente, uno degli aspetti che più ho apprezzato di questo libro è stata proprio la nostra protagonista, la temutissima Celaena Sardothien. A prima vista una ragazza fredda, impassibile, pronta ad eseguire qualsiasi ordine, scopriamo presto che dietro la sua maschera di rabbia e brutalità c’è ancora quel lato fragile e ferito che si porta dietro da quando un tragico evento -ovviamente non ci verrà rivelato quale- ha segnato la vita della bambina che era. Ecco, forse è questo l’aggettivo che meglio racchiude l’essenza di Caelena: segnata. Segnata dalle violenze a cui quotidianamente assiste alla Gilda e che ha presto imparato ad imitare senza fare domande, segnata dalle emozioni che non può permettersi di mostrare -anche e soprattutto davanti ad Arobynn, che è suo mentore tanto quanto suo padrone-, segnata dalle mura di sfiducia, rabbia e solitudine che si è costruita intorno negli anni. Segnata forse soprattutto dal fatto che ormai non le è rimasto altro da accettare come vita: quello di Assassina di Adarlan, nonostante tutto il dolore che nasconde, è infatti un titolo di cui Celaena si fregia con onore, nonché una delle pochissime cose che nessuno potrà mai portarle via. 

Ma la sua vita non è fatta solo di violenza e brutalità, anzi: il quartier generale della Gilda, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, è un palazzo signorile ed elegante nel centro della capitale, e i suoi abitanti sono abituati tanto ad omicidi e rappresaglie quanto a feste, balli e concerti. Questi ultimi, soprattutto, sono gli eventi più amati da Celaena, che trova nella musica e in particolare nel piano una vera e propria valvola di sfogo: una prova del fatto che oltre all’assassina c’è anche l’adolescente, presa non solo da armi e lezioni di combattimento, ma anche da libri, divertimenti e bei vestiti. E’ un tappeto pregiato ed invidiabile, dunque, quello che nasconde la molta polvere nella vita di Celaena, polvere che forse grazie a un atto di disobbedienza e ribellione -un atto di giustizia- potrà essere portata pian piano alla luce. Ma la nostra assassina sarà davvero pronta a mettersi in discussione, ad affrontare questo viaggio pericoloso alla scoperta del continente e di sé stessa? Riuscirà a non farsi schiacciare dal peso di un passato terribile e di un presente soffocante? Lo scoprirete solo leggendo...


Oltre alla nostra protagonista, una nota di merito sono stati sicuramente i personaggi secondari, in particolare quelli che sono un po’ gli uomini nella vita di Celaena: Sam Cortland e Arobynn Hamel. Ruoli completamente diversi, i loro, che alla fine di questo libro troveremo radicalmente ribaltati: il primo infatti da rivale si trasforma in amico e confidente (e magari qualcosa di più… shhhhhh!), mentre il secondo rivela la sua vera natura -nemmeno troppo nascosta- di uomo spietato, calcolatore e soprattutto manipolatore. Ma se per quanto riguarda Arobynn la cosa ci è abbastanza chiara fin da subito, per Sam la cosa non è subito così ovvia: figlio della cortigiana favorita di Hamel, che glielo ha affidato prima di morire, sarebbe infatti dovuto diventare il suo erede nella Gilda prima della comparsa di Celaena, ed è quindi naturale che provi rabbia se non odio nei confronti della ragazzina che lo ha letteralmente scalzato via. Dopo la scoperta della tratta degli schiavi, però, decide di mettere da parte il suo astio per una causa che dall’omicidio della madre ha sempre perorato, mostrando gradualmente il suo lato più dolce, protettivo, combattuto e in tutto e per tutto adorabile (sì però magari dovresti ricordarti che è anche un assassino tra i più pericolosi di Adarlan e non un orsetto di peluche…). 

Entrambi ottimi personaggi, avrei magari preferito che la loro “trasformazione” fosse mostrata in modo più graduale e dettagliato, ma capisco che a causa della particolare struttura del libro (vi ricordo che in origine questi racconti erano stati pubblicati singolarmente) e più in generale della trama ciò non sia potuto accadere. D'altronde, sono molti i personaggi che incontriamo nel viaggio di Celaena: la dimessa guaritrice Yrene, la misteriosa assassina Ansel e tutti gli altri Sicari Silenziosi, la cortigiana Lysandra, i Signori del Crimine a Rifthold, Ioan Jayne e Rourke Farran… Tutti ben caratterizzati, renderanno le avventure di Celaena ancor più indimenticabili insieme al fantastico worldbuilding scaturito dalla penna della Maas.


Il worldbuilding, per l’appunto. Il grande continente in cui sono ambientate le avventure di Celaena è l’Erilea, a sua volta diviso in più Stati, molti dei quali assoggettati dal potente -e spietato- Regno di Adarlan: Terrasen, Fenarrow, Eyllwe e Melisande, quasi tutti impoveriti dalla conquista del Re -in seguito alla quale sono spariti i Fae e la magia che essi detenevano- e decisi a riottenere la libertà. Ci sono però alcuni territori di cui Adarlan non è riuscito ad impadronirsi: tra questi, il Regno della Strega, devastato a sua volta dalle faide tra i vari clan di queste ultime, e le Regioni Desertiche, dove nel Deserto Rosso si trova il covo dei Sicari Silenziosi, famosi assassini alle prese con una loro personale battaglia. Alla luce di queste informazioni, delle atmosfere varie ed esotiche che evocano e delle loro descrizioni sempre molto dettagliate possiamo definire questo libro interessante e appassionante, nonostante l’assenza della magia -o forse, col senno di poi, proprio grazie a questa.

E’ inutile poi che spenda altre parole sulla scrittura della Maas (nonostante in alcuni punti la traduzione non sia proprio delle migliori, ma d’altronde capita spesso): se avete letto le mie recensioni de La corte di rose e spine o La corte di fiamme e argento sapete di cosa sto parlando. 


Non vorrei però che da questa recensione vi facciate l’idea di un libro perfetto, senza difetti, perché purtroppo non è così. Per quanto mi riguarda, però, questi sono del tutto tollerabili dato che dipendono soprattutto dalla lughezza del libro e dalla poca organicità generale (cosa però inevitabile perché, lo ripeto per la terza volta sperando di non risultarvi antipatica, si tratta di una raccolta di diversi racconti). Diciamo dunque che questo libro anche così risulta gradevole, ma che se alla Maas fossero venute in mente altre due o tre avventure da far vivere a Celaena non mi sarei di certo offesa (Sarah, sei ancora in tempo!)...


Siete pronti ad entrare nel mondo dell’Assassina di Adarlan? Allora prendete in mano questo libro, immergetevi nelle fantastiche avventure di Celaena e scoprite a poco a poco l’universo de Il Trono di Ghiaccio.

Ora ditemi, avete letto questo libro? Che ne pensate di questa serie? Per voi è un sì clamoroso o un no ancora più netto? Scrivetemelo nei commenti!

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