La corte di fiamme e argento

 

Oggi voglio parlarvi di una lettura attesa, sospirata, sulla quale avevo aspettative altissime che non sono state per nulla deluse: il libro di oggi, è La corte di fiamme e argento della scrittrice newyorkese Sarah J. Maas. La storia, che inquadriamo all’interno della serie de La corte di rose e spine, non ha più per protagonista Feyre Archeron, la nostra Spezzamaledizioni, ma sua sorella Nesta e la sua storia con Cassian.


La vita di Nesta Archeron è cambiata dopo essere stata costretta ad entrare nel Calderone, l’artefatto magico con cui tutto è stato Creato, e a vivere sulla propria pelle gli orrori della guerra con Hybern. La ragazza, furiosa e vendicativa in primis contro sé stessa, si rifiuta di adattarsi al suo nuovo corpo di Fae e di coltivare il rapporto già difficile con Feyre e con la Corte della Notte, di cui la sorella è Signora Suprema insieme al marito Rhysand. Ma soprattutto, non vuole sentir parlare di Cassian, strafottente ed irritante generale della Cerchia Ristretta della Corte, e dei sentimenti che suo malgrado li uniscono. Così passa le giornate della sua inutile vita per le bettole di Velaris, con alcool e numerosi amanti a farle compagnia nel dolore e nel disprezzo di sé. Ma quando Feyre e i suoi amici -la sua famiglia- le impongono di allenarsi con Cassian e andare a vivere nella Casa del Vento, separata dalla città da ben diecimila gradini, la sua vita senza scopo improvvisamente le sembra di gran lunga migliore. Ciò che Nesta e Cassian ancora non sanno, però, è che una delle Regine umane loro nemiche, la famigerata Briallyn, è pronta a risvegliare poteri oscuri e primordiali pur di vendicarsi di tutti loro -di lei. L’unica a poterla contrastare, apparentemente, è proprio Nesta: riuscirà quindi la ragazza a mettere da parte il passato e ad accettare il suo futuro e, soprattutto, il suo presente?


Grazie al consiglio di una mia carissima amica, che a onor del vero con i suoi scleri ha fornito buona parte del materiale per questa recensione, mi sono particolarmente affezionata a questa saga, la prima ad avermi introdotto sul serio nel mondo del fantasy (mondo dal quale non riesco più a uscire, con grave danno del mio portafogli). Probabilmente, se avessi invece letto le recensioni che circolano su internet de La corte di rose e spine, avrei rinunciato completamente all’acquisto: se da molti la serie viene quasi osannata, molti altri la definiscono banale, adolescenziale e decisamente trash, più che altro per l’elemento “erotico” e sensuale che la caratterizza. 

Personalmente, con i suoi libri la Maas mi ha regalato delle ore meravigliose passate in compagnia dei suoi personaggi, delle sue ambientazioni e delle sue trame che, si sappia, sono tutt’altro che inesistenti. Dopo questa piccola ma doverosa parentesi, arrivo quindi a parlarvi finalmente de La corte di fiamme e argento, e puntualmente mi mancano le parole; esatto, perché di fatto non ce ne sono per descrivere a dovere questo fantasy, che prima di essere fantasy è un vero e proprio romanzo di formazione: il percorso di Nesta di accettazione di sé è infatti descritto in modo stupendo e doloroso, che fa arrivare tutte le emozioni, soprattutto quelle negative, dritte al cuore -che dopo questa lettura vi ritroverete spezzato, morto e sepolto, sappiatelo.


Andiamo quindi subito ad analizzare la figura di Nesta, la protagonista indiscussa di questo libro: nonostante infatti le vicende vengano raccontate anche dal punto di vista di Cassian, sono la ragazza e la sua storia personale ad essere al centro della narrazione. Inizio col dire che ho odiato Nesta fin dal primo libro, e che nulla fino ad ora era riuscito a farmi cambiare idea; perdipiù, essendo Cassian uno dei miei personaggi preferiti, stavo quasi male al pensiero delle mazzate fisiche e metaforiche che avrebbe preso da quella strega, mazzate che puntualmente non sono tardate ad arrivare. La possibilità di approfondire la sfera interiore di Nesta, però, è valsa tutti i maltrattamenti che il mio beneamato generale Illyrian ha dovuto subire: ci vengono finalmente svelati il dolore, la rabbia, il disprezzo di sé, la consapevolezza errata ma indiscutibile di non meritare amore, tutti tratti finora celati da una coltre di freddezza, sarcasmo e crudeltà gratuita. E anche se trovare una giustificazione per il suo comportamento è impossibile, c’è anche da dire che la morte di una madre (la quale, calcolatrice com’era, è pur sempre stata il suo unico modello) e numerosi anni passati nella più totale povertà non avrebbero fatto bene a nessuno. Dopo essere stata Creata dal Calderone contro la sua volontà, poi, la rabbia e l’odio di Nesta verso il mondo (e la Corte della Notte) si sono fatti più vivi che mai, resistendo indenni anche in seguito alla sconfitta di Hybern. 

Ma questo, in fondo, lo sapevamo già; ciò che invece scopriamo per la prima volta è il senso di colpa da cui la ragazza viene costantemente divorata: non potendo infatti perdonarsi i maltrattamenti sopportati da Feyre, verso la quale prova risentimento e quasi invidia per la felicità e l’affetto della sua nuova famiglia, i tormenti che Elain ha subito e soprattutto la morte di un padre che non aveva mai amato abbastanza, preferisce soffocare il suo dolore nell’alcool e nel sesso, riducendosi a poco a poco a uno spirito di sé stessa. Questa è la situazione in cui la ritroviamo quando Cassian bussa dopo molto tempo alla sua porta: la sorella, infatti, dopo averla vista lentamente autodistruggersi, la obbliga -per il suo bene, dice, figurarsi- ad andare a vivere nella Casa del Vento, ad addestrarsi con il nostro generale illyrian e ad aiutare le sacerdotesse, tutte in passato vittime di violenza, nella loro immensa biblioteca. 

Al suo percorso di rinascita contribuiranno i rapporti che intreccerà con i nuovi personaggi (e qui mi taccio) e con la Casa stessa, dotata grazie alla magia di Rhysand di una propria volontà, insieme ovviamente gli allenamenti -e non solo...- con il nostro Illyrian preferito. Se dovessi farvi una descrizione completa e minuziosa della loro relazione finirei per riscrivere tutte le 716 pagine del libro, perciò ho deciso di ometterla e lasciarvi con questa curiosità insoddisfatta (potete immaginare la mia risata malefica in sottofondo, se preferite); vi basti sapere che il suo rapporto con Cassian come insegnante, amante e amico sarà fondamentale tanto per il suo riscatto quanto per la scoperta e il controllo delle sue fiamme d’argento, il primordiale potere sopito in lei. 

Dopo tutto questo parlare, vi lascio con un’immagine, a mio parere una delle più belle all’interno del libro: i diecimila gradini della Casa, impossibili da scendere, che Nesta, in una sfida con sé stessa, si impegnerà ogni giorno a percorrere per potersi sentire, finalmente, libera. Questa discesa diventerà il simbolo della sua voglia di riscatto, dei mostri che lei stessa si è creata e che sarà costretta ad affrontare, del senso di colpa, del disprezzo, della rabbia, del rifiuto di sé e di tutti gli aspetti del suo animo con cui si troverà a fare i conti: una vera e propria catabasi, dunque, che potrà sancire la sua salvezza o la sua condanna.


Ma dopo aver tanto discusso dell’evoluzione del personaggio di Nesta, è giusto anche spendere due parole sull’elemento fantasy del romanzo. Il continuare una trama che in sé per sé poteva ritenersi conclusa, a dirla tutta, non mi sembrava una buona idea, anche considerando il clima di effervescente aspettativa che circondava questo attesissimo libro. Ma ancora una volta la Maas è riuscita a stupirci partendo da risvolti minimi e costruendoci sopra una storia nuova e interessante a cominciare dal cattivo principale: Bryallin, la Regina umana che, cercando l’immortalità nel Calderone derubato da Nesta, è stata costretta a un’eterna vecchiaia. Sicuramente all’altezza della storia, così come i nuovi elementi che entrano man mano in gioco, avrei preferito magari che le venisse riservato uno spazio maggiore; questo, però, non ha intaccato la bellezza del libro in sé, e d’altronde i nuovi personaggi hanno perfettamente sopperito a questa imperfezione. 

I personaggi, per l’appunto. Da dove cominciare? Non voglio assolutamente farvi inutili spoiler -come d’altra parte è successo a me-, e per questo l’unica cosa che posso dirvi è che li amerete e ammirerete come probabilmente nessun altro nella serie. Le loro storie mi hanno fatto tremare dalla paura e soprattutto dall’indignazione, e la loro voglia di riscatto arriva così forte e dirompente che è impossibile non esserne travolti. Inoltre, questo libro mi ha permesso di vedere alcune “vecchie conoscenze” sotto una luce diversa: due esempi in particolare sono stati Elain, che finalmente ha dimostrato di avere un minimo di personalità, ed Eris, che sotto la maschera di odio e crudeltà potrebbe nascondere qualcos'altro. Senza contare le numerose dinamiche amorose che rimangono aperte e la scia di cuori spezzati che il romanzo si lascia dietro…


Oltre all’incredibile storia, mi è come sempre piaciuta molto la scrittura della Maas: si discute tanto sulla sua effettiva bellezza e qualità, ma io la trovo assolutamente gradevole e trascinante, nonostante le traduzioni in alcuni punti lascino abbastanza a desiderare. Ammiro molto la spigliatezza che riesce ad infondere nei dialoghi, così come la precisione nelle descrizioni del world building, degli ambienti e dei personaggi in qualsiasi scena- sì, anche in “quelle” scene. 

Ecco, “quelle scene”. In un libro della Maas è impossibile non trovare scene di sesso, e a mio parere ometterle non potrebbe essere nemmeno verosimile, giacché sarebbe stupido e ipocrita negare che l’elemento fisico e sensuale abbia un ruolo importante in ogni relazione. Devo ammettere, però, che in questo ce ne sono veramente tante e delle più esplicite, ma a mio parere trovano comunque un senso in quello che poi sarà lo sviluppo della relazione di Cassian e Nesta. In ogni caso, per farvi un’idea, vi basti sapere che negli Stati Uniti A court of silver flames non è stato descritto come young adult per questo motivo…  Ma la Maas è la Maas, signori, che ci volete fare!


Termino la recensione di questo libro con il cuore in mano, le lacrime agli occhi e la voglia assurda di rileggerlo ancora e ancora e ancora. Perciò, se siete indecisi o diffidenti, vi dico: fatevi un regalo e date una possibilità a La corte di rose e spine, che tra l’altro la Oscar Vault Mondadori pubblicherà a breve -si spera- in un’edizione speciale della trilogia insieme alla novella, inedita in Italia, Una corte di ghiaccio e stelle (A court of frost and starlight, ACOFAS per gli amici). Giusto per fravi presente che non avete più nessuna scusa per aspettare che il mondo di Feyre e delle sue avventure vi costringa a sviluppare una particolare fissazione per i pipistrelli, e a farvi qualche sano pianto liberatorio. 

E soprattutto, lasciate che le pagine di questo libro vi ricordino questo: che chiunque, in questo mondo, merita di ricevere amore, indipendentemente dai gradini che sarà costretto a scendere o a salire.

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