Il giudizio di Persefone


Anche se non ce ne siamo del tutto accorti (almeno qui da me, fino a poche settimane fa faceva più freddo che durante l’inverno), gli alberi sono già in fiore, le rondini stanno tornando a frotte e, per quanto sia possibile in qualche chilometro quadrato di cemento, la natura ha cominciato a risvegliarsi: è ufficiale, è primavera! E quale storia può accompagnarci alla scoperta della bella stagione se non quella della Dea sua protettrice? Eccovi quindi la recensione de Il Giudizio di Persefone di Giulia Calligola.


Titolo: Il Giudizio di Persefone
Autore: Giulia Calligola
Prima edizione: Italia, 2020
Genere: fantasy, romance
Saga: Dei della Nuova Era (Vol.1)
Pagine: 557
Prezzo: 14,90€ (21,50€ l’edizione con copertina rigida, mentre è gratis con Kindle Unlimited)


Una delle domande più impegnative nella vita dell’uomo riguarda l’esistenza della (o delle) divinità, e nel tentativo di trovarvi una risposta sono nate le mitologie e le religioni che hanno affascinato e affascinano ancora miliardi di persone. E se vi dicessi che finalmente questo quesito è stato risolto? Nel mondo in cui è ambientata la nostra stroria, infatti, le divinità di ogni pantheon - da quelle greche, egizie e norrene, solo per citarne alcune, alle entità delle religioni monoteiste - si sono rivelate al mondo nel 2001. Non tutte le divinità, però, godono della stessa considerazione da parte dei mortali, e tra queste ci sono Ade e Persefone: se il primo è infatti un millenario Cronide che ha le sembianze di un gentiluomo d’altri tempi e che incute più paura che rispetto, la seconda è nata negli anni ‘90 e, oscurata dalla fama della madre Demetra, ha più interesse a vivere tra gli umani come Kore, studentessa di Giurisprudenza, che a farsi onorare da loro in qualità di Dea della Primavera. Due vite apparentemente diversissime che si incrociano ad un convegno universitario e che, in seguito alla falsa notizia del presunto rapimento di Persefone da parte del Dio degli Inferi, non si lasceranno più andare: cogliendo al volo l’occasione, Ade offre infatti a Persefone uno stage nell’Oltretomba in cui il suo compito sarà aiutarlo a giudicare il destino delle anime dei defunti. E se la situazione non è già abbastanza complicata, saranno un caso molto delicato e dei sentimenti altrettanto confusi a renderla tale…


Se ormai avete imparato a conoscermi anche solo un pochino, saprete che adoro le storie a sfondo mitologico (come Circe di Madeline Miller, wink wink…) e che invece non sopporto - un, due, tre in coro! - i romanzi rosa: le uniche eccezioni, a meno che non mi stiate facendo leggere il capolavoro del secolo, sono appunto i libri in cui all’elemento romantico si accompagna qualcos’altro, come il fantasy. Detto questo, potevo forse farmi scappare Il Giudizio di Persefone?


Direi che, prima di inquadrare la situazione generale, sia d’obbligo spendere qualche parola per la nostra protagonista, Persefone. Avendo ascoltato fin da quando ero piccola il mito della Primavera, ero preparata a trovarmi di fronte una ragazzina leggiadra, ingenua, dolce, timida e spaurita - insomma, una specie di Bambi versione umana, anzi, divina - e sono rimasta sorpresa in modo assolutamente positivo quando mi sono trovata davanti una giovane studentessa che, anche se nuova arrivata fra gli Olimpi, tutto è fuorché l’ultima ruota del carro. La nostra Persefone si trova infatti molto più a suo agio tra i mortali che tra gli dei che non fanno altro che squadrarla dall’alto in basso, ma non per questo è poco sicura di sé, anzi: sa bene quali sono i suoi punti di forza e le sue passioni, come quella per la giurisprudenza che, anche se poco convenzionale per una divinità, segue fino in fondo (come dimostrano la competenza e gli ottimi voti). Ma in fondo, Persefone di convenzionale non ha proprio nulla, e possiede qualità molto più umane che divine: il sarcasmo, l’empatia, l’apertura mentale, la compassione, l'indipendenza e, purtroppo, anche l’insicurezza che nonostante tutto a volte si riaffaccia prepotente nella sua vita.


Decisamente diversa è la figura di Ade, Inesorabile in tutto e per tutto: freddo, distante e perfettamente consapevole del suo ruolo, ma anche cortese e galante, col suo sguardo causerà a Persefone non pochi problemi… E no, non è una metafora ricacciata dagli young adult del 2010: né gli dei né i mortali, infatti, possono guardare gli occhi di Ade “neri pece nella sclera, e d'un bianco abbagliante nell'iride” che “mostravano tutto ciò che di certo esiste, nel bene e nel male”. In fin dei conti c’è un motivo se si dice che l’unica cosa certa è la morte, no?

Ed è proprio questa certezza, che rende Ade onnisciente suo malgrado, che inchioda Persefone la prima volta che incrocia il suo sguardo; un’esperienza intensa e terribile - che, per inciso, è ciò che prova quotidianamente il Dio dell’Oltretomba - a cui, come se non bastasse, si aggiungono gli sguardi avidi prima e sbigottiti poi dei mortali curiosi intenti a paparazzare la strana coppia. Tanto strana che quando l'Inesorabile, da perfetto gentiluomo quale è, cercherà di mettere in salvo una sconvolta Persefone, la cosa sembrerà così improbabile da far credere a tutti che la Primavera sia stata rapita dalla Morte in persona… che apprenderà la notizia solo al telegiornale e comincerà una bizzarra telefonata col suo ostaggio esordendo con un “sembra che io ti abbia rapita, a te risulta?”.


Non voglio dilungarmi troppo descrivendo Ade, perché una delle parti migliori di questo libro è stata proprio scoprire a mano a mano, accompagnati da Persefone, le complicate sfaccettature del suo carattere. Non avrei mai pensato, infatti (anche considerando lo stile leggermente acerbo dell’autrice), di trovarmi davanti a una storia d’amore così ben strutturata: non affrettata, delineata perfettamente, in linea con i rispettivi personaggi, nonostante sia ormai ben nota a tutti riserva degli inaspettati colpi di scena e ogni sua sequenza, anche tra le poche più spinte, trova senza fatica il proprio posto, senza “sgomitare” in un cantuccio striminzito - cosa che dai libri romantici io, da profana del genere, mi aspetto sempre. Le mie scene preferite? I sarcastici scambi di battute tra i due protagonisti, che passano dall’acidulo al dolce, dal passionale al commovente nel giro di pochi secondi - ma sempre mantenendo la loro coerenza: delle vere montagne russe che ti trascinano all’istante nella storia.


Storia che non è fatta solo di amore, però: uno degli elementi che ho preferito è stato infatti la sottotrama legale, che vede Persefone nel suo stage nel Tribunale dell’Oltretomba alle prese con un caso molto, molto particolare, che affonda le sue radici direttamente nel mito (non voglio spoilerare quale sia nel dettaglio, ma sono sicura che da bravi appassionati ci riuscirete ad arrivare anche da soli…): le vicende raccontate, oltre a vivacizzare la narrazione, diventano anche lo spunto per parlare di temi importantissimi e delicati come la violenza, il consenso, il labile confine tra giusto e sbagliato e, addirittura, il momento di pandemia che stiamo vivendo. Una vera - e bellissima - sorpresa.


E non vorrete mica impedirmi di spendere due parole sui personaggi secondari, vero? Oltre che di quelli che tutti ci aspetteremmo - l’amorevole, apprensiva e decisa Demetra, quell’orribile essere viscido che è Zeus ed Era, “Dea della sempiterna incazzatura”, tanto per citarne tre - ce ne sono alcuni davvero bizzarri, complice anche l’idea a dir poco geniale di unire diversi Pantheon: tra i molti, i più significativi sono sicuramente Anubi e Caterina. Cosa succede se si incontrano il collega preferito di Ade e la migliore amica di Persefone, un Dio della Morte follemente innamorato della vita  e una mortale tanto atea e irriverente quanto leale e onesta? Dall’assaggio che ho avuto, anche troppo! È proprio per questo che non vedo l’ora di leggere la novella Come la luna e le stelle, in cui Giulia Calligola ci promette scintille e incendi…


Se mi concedete il tempo di un’ultima e brevissima postilla, vorrei lodare anche il capitolo bonus alla fine del libro, che riporta il mito alla sua dimensione originaria, quella dell’antichità greca, un’epoca in cui le donne erano viste come esserini fragili e spaventati, oggetti privi di volontà o opinione, e in cui gli uomini erano ingabbiati nel loro ruolo dominante, spesso brutale, costretti a reprimere ogni moto di compassione o dolcezza. Una calzante riflessione su una cultura secolare che ha dimostrato di danneggiare entrambi i sessi, capace di provocare allo stesso tempo rabbia e comprensione.


Per concludere, Il Giudizio di Persefone non è un libro perfetto, ma ha un pregio di gran lunga migliore: riesce a sorprendere ed emozionare, e proprio come Persefone può far germogliare i suoi boccioli, così fa fiorire nei lettori una nuova passione per una meravigliosa storia senza tempo.

Avevate mai sentito parlare di questo libro? Avete qualche altro retelling da consigliarmi? Vi aspetto dei commenti!

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