Thunderhead

 

Qualche tempo fa vi avevo parlato di Falce, il primo libro dell'omonima trilogia di Neal Shusterman, uno dei pochi libri di fantascienza che abbia mai letto e che sia riuscito a conquistarmi; oggi, giorno in cui è finalmente uscito in Italia l’ultimo capitolo, Il rintocco, vorrei spiegarvi come e perché Thunderhead, il secondo, sconvolgente volume di questa fantastica trilogia, abbia prepotentemente occupato un posto nel mio cuore.


In un mondo in cui la malattia, la vecchiaia, il crimine e perfino la morte sono solo lontani e vaghi ricordi, la popolazione vive felice. Ogni aspetto della vita è regolato dal Thunderhead, potentissima intelligenza artificiale quasi onnisciente e quasi onnipotente. Quasi, perché sulla Compagnia delle falci, l’organizzazione che si occupa di spigolare (in pratica uccidere) in modo da evitare il sovrappopolamento del pianeta, il Thunderhead non ha alcun controllo. Può solo osservare da lontano, e da lontano ha assistito alle vicende di Citra Terranova e Rowan Damisch: il loro comune apprendistato nella Compagnia, le circostanze che li hanno messi l’una contro l’altro, gli insegnamenti opposti impartiti rispettivamente da Madame Curie e Maestro Goddard. E ovviamente, sa benissimo che Rowan è diventato Maestro Lucifero, un fuorilegge che uccide le falci corrotte e indegne dei loro privilegi come il suo mentore, “faro” del cosiddetto Nuovo ordine; ovviamente, sa anche che Citra è ormai Madame Anastasia, giovane falce capace di sconvolgere la Compagnia con il suo originale e compassionevole metodo di spigolatura e con la sua fedeltà alla Vecchia guardia e alla sua mentore Marie. Il Thunderhead ovviamente sa che la vita di entrambi è minacciata da trame oscure e misteriose; sa, ma non può intervenire. Ed è questo il motivo per cui nella vicenda viene coinvolto Greyson Tolliver, un giovane ignorato dalla famiglia e cresciuto dal Thunderhead stesso, che egli considera il suo migliore amico e che vuole ripagare diventando un agente Nimbus, un rappresentante umano dell’immensa e gentile intelligenza artificiale. Le loro e altre storie si intrecciano quindi sotto gli occhi -o meglio le telecamere- vigili del Thunderhead, che assisterà impassibile alla scoperta di segreti, congiure e sconvolgenti verità. Ma il Thunderhead è davvero disinteressato a ciò che sta succedendo o i tragici avvenimenti che accadono e accadranno stanno smuovendo la sua coscienza? Rimarrà imparziale o deciderà infine di intervenire?


Non sono mai stata una grande appassionata di fantascienza, e se per i film con Star Wars sono riuscita a fare un’eccezione, i libri non mi avevano mai appassionata più di tanto. Questo almeno finché, grazie ai consigli di un entusiasta libraio, non ho deciso di leggere Falce. Piacevolmente colpita, parallelamente alla ricerca di tutti i maggiori capisaldi del genere, mi sono quindi fiondata su Thunderhead, e ho avuto la conferma definitiva che, in una trilogia, il secondo volume è sempre il migliore: se infatti Falce mi era piaciuto, Thunderhead mi ha strabiliato, emozionato, lasciato senza parole.


Innanzitutto, voglio fermarmi un momento a riflettere sulla straordinaria crescita di Citra e Rowan, che da ragazzini impacciati e diffidenti, grazie -o per colpa- del loro veloce e particolare apprendistato si sono trasformati in adulti maturi, ma ancora lacerati da dubbi e soprattutto schierati l’uno contro l’altra. Da una parte abbiamo infatti Maestro Lucifero, l’apprendista decaduto, che con la sua veste nera, colore proibito agli altri membri della Compagnia, è una lugubre e feroce parodia delle falci stesse; dall’altra c’è Madame Anastasia, falce giovane ma già sotto gli occhi di tutti, soprattutto quelli malevoli dei seguaci del Nuovo ordine. 

A conti fatti, Rowan ha molto più in comune con l’originale condotta morale della Compagnia, fondata sulla rettitudine e sulla misericordia, dei molti che non sono più degni di farne parte e per questo, dopo aver vissuto sulla propria pelle gli orrori e la cieca crudeltà del suo mentore, ha deciso di “mettere a frutto” il suo apprendistato. “Se c’era una cosa che Maestro Faraday gli aveva insegnato era l’importanza di ascoltare il proprio cuore, qualsiasi fossero le conseguenze. E se c’era una cosa che aveva imparato da Maestro Goddard era di non avere cuore, di spigolare senza rimorsi”: questa contraddizione, questa lotta interiore, è ciò che tra mille dubbi lo ha portato ad abbracciare una vita da criminale, costretto a nascondersi persino da Citra, la donna che ama e che gli ha salvato la vita. Eppure, nonostante tutto ciò che è stato costretto a sopportare, grazie alla sua lealtà, alla sua generosità, al suo coraggio e anche alla sua ironia, Rowan non ha permesso a niente e a nessuno di intaccare la rettitudine morale che lo contraddistingue, il suo essere più profondo. 

Cosa che, apparentemente, alla nostra protagonista non riesce poi così bene: se una parte di lei vuole ancora essere Citra Terranova, la ragazza orgogliosa con una famiglia amorevole e una vita normale, lei sa bene che dovrà presto diventare pienamente Madame Anastasia. Intanto, però, deve affrontare parecchi ostacoli: le critiche al suo metodo di spigolatura, con cui dà un mese di tempo alle sue “vittime” per decidere in che modo morire, l’importanza che nonostante tutto sembra rivestire all’interno della Compagnia, e infine un attentato alla sua vita e a quella di Marie, la sua mentore e amica. Forse, qualcuno le sta dando troppa importanza. E seppur alternando momenti di debolezza ad altri di forza e decisione, riuscirà sempre a mostrare la lucida intelligenza, il coraggio e la fierezza degni di una falce che si rispetti. La misericordia, insieme al senso di colpa, sarà, come le hanno insegnato Maestro Faraday e Madame Curie, il suo faro anche nei momenti più bui. 

Basterà però a far luce sia per lei che per Rowan?


I pericoli a cui i nostri protagonisti vanno incontro sono seguiti e registrati dal Thunderhead, che però, come ormai saprete, non può intervenire direttamente in quelle faccende che riguardano la Compagnia. Questo, però, non gli impedisce di avere preferenze e soprattutto serie preoccupazioni riguardo al futuro non solo delle falci (e quindi, in pratica, della morte), ma anche della vita dell’umanità intera. I pensieri di questo personaggio, apparentemente invisibile ma fondamentale, sono espressi all’interno di brevi e ricorrenti “excursus”, grazie ai quali il Thunderhead stesso esprime le proprie opinioni e soprattutto emozioni: questa intelligenza, erede del Cloud, ha infatti raggiunto un tale livello di perfezione da somigliare sempre più ai propri creatori, pur essendo privo di qualsiasi difetto (soprattutto della brama di potere, invece sempre più presente all’interno della Compagnia). Veniamo quindi a conoscenza delle sue speranze, delle sue paure, delle sue emozioni, e seguiamo le sue riflessioni, vagamente inquietati man mano che la situazione degenera, chiedendoci se questa sia l’ennesima storia dell’intelligenza artificiale pronta alla ribellione. Ma il Thunderhead non può far nulla che non sia per il bene dell’Uomo, e se non è disposto ad infrangere le rigide regole che gli hanno imposto al momento della sua programmazione, riesce almeno ad aggirarle pur di garantire un futuro luminoso all’umanità: l’esempio più lampante è proprio “l’assoldare” Greyson Tolliver per proteggere le nostre falci protagoniste. 

Ma chi è Greyson Tolliver? Senza troppi giri di parole, un giovane come tanti altri dell’Era dell’Immortalità: esistenza piacevole, ma non entusiasmante, piena possibilità di scelta, ma poca fantasia nello sfruttarla, una vita lunga e serena nonostante una famiglia assente. L’unica cosa che gli permette di distinguersi è la sconfinata ammirazione che prova per il Thunderhead, che gli è sempre stato vicino come e più di un padre, un fratello e un amico, che si è preso cura di lui da quando era piccolo e con cui ha un rapporto a dir poco speciale. Il suo felice futuro da Agente Nimbus è quindi piuttosto scontato, almeno finché il Thunderhead stesso sconvolge i suoi piani e non lo obbliga a diventare un Losco, un temporaneo reietto della società, per indagare nel modo più insospettabile possibile sui pericoli che attendono Madame Anastasia e, di conseguenza, Maestro Lucifero. In un attimo Greyson viene spogliato di ciò che aveva più a cuore: la sua identità sparisce infatti da ogni database e, come da uso per i Loschi, il contatto diretto col Thunderhead gli viene interdetto. Spogliato perfino di sé stesso, la semplicità -e se volgiamo la banalità- che aveva sempre sognato gli vengono all’improvviso negate, e la sua integrità rischia di essere schiacciata da un'esistenza non sua; perso e tradito, si ritroverà ad affrontare realtà di cui non aveva mai nemmeno sospettato l’esistenza, cercando di adattarvisi e di adempiere al suo compito. 

Riuscirà a recitare la sua parte, o sarà quest’ultima a manovrarlo? I mille dubbi che l’hanno assalito troveranno risposta senza l’aiuto del Thunderhead? 


Ci sarebbero altri mille aspetti, mille dettagli, mille interrogativi di cui mi piacerebbe ancora parlarvi, ma mi rendo conto di essermi già dilungata abbastanza e, tra l’altro, le mie parole non renderebbero minimamente giustizia a questo meraviglioso libro. Oltre alla trama molto particolare e ai personaggi così umani -primo tra tutti, vi avviso, il Thunderhead-, non posso però non spendere due parole per lodare lo stile di Shusterman, innanzitutto per i punti di vista multipli: essi, a differenza del primo volume, non sono limitati a Citra e Rowan, ma si estendono persino ad alcune comparse, fornendoci una visione pari quasi a quella del Thunderhead e delle sue telecamere. Senza contare, poi, le indescrivibili sensazioni così vivide e talvolta brutali che mi ha trasmesso: in Thunderhead si trova infatti ogni più piccolo particolare di quella macchina complessa che è l’umanità, cosa che lo rende un meraviglioso affresco, un piccolo capolavoro.

Vi consiglio quindi dal profondo del cuore di iniziare a leggere la Trilogia della Falce, anche solo per il gusto di farvelo spigolare, questo cuore, da ogni pagina, ogni frase, ogni parola che Shusterman ha scritto. E dato che l’immortalità non è ancora una nostra prerogativa, non posso dirvi altro se non leggetelo subito.

Commenti

Post popolari in questo blog

La spada e il crisantemo

Serpent & Dove - La strega e il cacciatore

Il grande ritratto