Falce


Oggi voglio proporvi un libro di fantascienza che è riuscito letteralmente a conquistarmi nonostante non sia propriamente una fan del genere: Falce, primo volume dell'omonima trilogia dello scrittore newyorkese Neal Shusterman. 


MidMerica, anno del Gattopardo. Dal 2042 l'umanità vive tranquilla: è riuscita ad abbattere le ingiustizie sociali, ad imparare a vivere in armonia con gli altri e con l'ambiente e a sconfiggere le malattie e la vecchiaia. A sconfiggere addirittura la morte. L'umanità vive tranquilla, forse troppo tranquilla. Ad occuparsi di ogni esigenza e aspetto della vita c'è il Thunderhead, un'intelligenza artificiale onnisciente e onnipotente. C'è solo una cosa su cui esso non ha potere: la Compagnia delle falci. Questa organizzazione, temuta e ammirata in egual misura, si occupa di tenere sotto controllo la crescita demografica: in un mondo in cui la razza umana ha acquisito l'immortalità, è compito delle falci decidere quali vite sono destinate a finire. Uccidere, o meglio "spigolare", è diventata una loro esclusiva prerogativa, ma invece che brutali assassini sono considerate il fior fiore dell'umanità: permettendo di evitare il sovrappopolamento, la loro opera "è quella che nel mondo moderno più si avvicina ad una missione religiosa". Loro sono le uniche dotate del potere di spigolare o concedere l’immunità (donare un anno di vita senza possibilità di poter morire) grazie ai loro anelli. Potere che, regolato da un semplice decalogo, incute timore -seppur reverenziale- in tutta la popolazione. Tra i milioni di abitanti della MidMerica ci sono anche Citra Terranova, adolescente tanto sveglia quanto decisa, e Rowan Damisch, schivo ma coraggioso "foglia d'insalata" della sua famiglia. Due persone senza nulla in comune, almeno finché il Venerando Maestro Faraday, falce vestita d'avorio, non entra nelle loro vite e viene prepotentemente cacciato da entrambe. Ed è proprio per questa loro repulsione verso il "mietere vite" che li sceglie come apprendisti. È l'ultima cosa che vogliono, e questo potrebbe fare di loro -uno soltanto di loro- delle falci potenzialmente perfette. Citra e Rowan verranno quindi introdotti nel mondo della Compagnia, scoprendo che non tutte le falci sono illuminate come vogliono far credere e che i giochi di potere dell'Era Mortale non sono ancora finiti. E loro sono proprio al centro di questi giochi.


Come ho già detto, non sono un'appassionata dei libri distopici o fantascientifici, ma questo mi ha veramente colpita: grazie alla trama coinvolgente, alle ambientazioni ben costruite, ai personaggi molto particolari e particolareggiati non sono riuscita a staccare gli occhi dalle pagine. Senza contare poi la scrittura di Shusterman, a proposito della quale non ho nulla da dire se non che è assolutamente trascinante, tanto che ci si ritrova alla fine del libro senza neanche accorgersene. Ma le profonde emozioni che trasmette rimangono e non ti lasciano più.


I protagonisti, Citra e Rowan, sono entrambi molto interessanti: rivali, compagni, amici o qualcosa di più, da adolescenti insicuri su tutto tranne che sulla loro decisione di non uccidere durante il loro apprendistato matureranno fino a comprendere cosa veramente significhi essere una falce. Accomunati da una moralità e un coraggio fuori dal comune, hanno ciascuno una personalità distinta e ben delineata. Da un lato abbiamo Citra: sempre pronta ad esporsi, impulsiva, determinata, capace di trovare una soluzione anche in situazioni senza uscita, è contraddistinta da una spinta a dare sempre il meglio di sé che ad un primo sguardo potrebbe farla sembrare troppo ambiziosa o egocentrica. Questo atteggiamento molto sicuro che nasconde però la sua fragilità di adolescente è accompagnato da una non comune intelligenza che la rende estremamente matura. Rowan, al contrario, è il classico studente che potete trovare nel banco all’ultima fila: modesto, discreto, ignorato dalla sua numerosa e ingombrante famiglia, più che agire preferisce osservare coloro che gli stanno attorno protetto da una corazza di apparente noncuranza che lo rende imperscrutabile; è caratterizzato da grande generosità e altruismo, oltre che da una solida integrità morale che gli permetterà di resistere nelle numerose prove che si troverà ad affrontare. Tra i due, devo ammetterlo, ho preferito Rowan, forse proprio per la sua capacità di adattarsi a qualsiasi situazione senza mai perdere sé stesso, facendo appello a tutto il suo coraggio e al suo ingegno.


Altri personaggi che dobbiamo per forza prendere in considerazione sono tre falci: Maestro Faraday, Madame Curie e Maestro Goddard. Faraday è la prima falce che appare all’interno della storia: si mostra sin dall'inizio saggio, distaccato, avvolto da un’aura di mistero e tristezza che testimonia quanto spigolare sia per lui un obbligo doloroso da compiere con estrema dignità. Fedele ai principi morali delle falci più anziane, Faraday spigola con metodo e logica, attenendosi ai dati dell’epoca mortale, cercando di essere “rapido, indolore, efficace”, vedendo “ogni persona che deve spigolare come un individuo che si merita una fine esclusiva” ottenuta con un’arma o un metodo diverso per ciascuno. Perciò quando scorge in Citra e Rowan l’indignazione per quello che di fatto è uccidere decide di prenderli come apprendisti: preparandoli nel corpo e nella mente, mette in chiaro fin da subito che la futura vita di uno di loro dovrà sempre essere contraddistinta dalla frugalità e dall’odio per il proprio compito. Per merito o colpa sua, Citra e Rowan imparano pian piano cos’è veramente la compassione e perché essa dovrà essere il faro della futura missione di uno solo dei due. Faraday infatti sa bene che l’anello, la veste e l’immortalità a vita andranno ad un apprendista soltanto. Quello che non avrebbe mai immaginato sono le conseguenze di una scelta troppo fuori dagli schemi per una Compagnia ormai corrotta e spaccata in due, in cui la Suprema Roncola Senocrate, che la presiede, si destreggia tra mille contraddizioni e giochi di potere. Rappresentanti delle opposte fazioni sono Madame Curie e Maestro Goddard. La prima, vecchia apprendista di Faraday, condivide con lui la sua salda etica morale e il dolore che la notte la tiene sveglia. Per tutti è la Signora della Morte, la responsabile della fine sanguinosa della corrotta classe politica avvenuta all’inizio dell’era dell’immortalità. Per chi la conosce bene è una saggia falce della vecchia guardia, che spigola solo gli "stanchi di vivere", coloro che sono "pronti a concludere, che ne siano coscienti o meno": li colpisce all'improvviso, dritta al bersaglio, senza preavviso, come la morte quando un tempo era morte; per concedere, come da regolamento, l'immunità ai familiari dei soggetti spigolati,  li invita in quella che dai mortali era chiamata Casa Kaufmann (capolavoro dell'architetto Frank Lloyd Wright, oggi aperta al pubblico), dove prepara personalmente una cena (la cucina è la sua grande passione, una boa a cui aggrapparsi in quel mare tempestoso che è la sua vita) e dona loro il suo conforto. E forse questo le permette di addormentarsi più serena. Completamente diverso è Maestro Goddard, in cui tutte le falci del cosiddetto nuovo ordine identificano il loro capo: tra queste vi sono quelle della sua cerchia più ristretta, composta da Madame Rand, Maestro Volta e Maestro Chomsky. Goddard, la pietà,  non sa nemmeno cosa sia: esegue solamente spigolature di massa, spesso brutali, sempre spettacolari e memorabili. Ama spigolare, ama uccidere. In un mondo perfetto, non è forse vero che tutti dovrebbero fare ciò che più amano? Una realtà, la sua, fatta di ricchezza e  ostentazione, che nasconde nemmeno tanto velatamente trame, complotti, brame di potere. A cosa saranno disposti Goddard e il nuovo ordine pur di ottenerlo? Riuscirà la vecchia guardia a contrastarli? E soprattutto, che ruolo avranno Citra e Rowan in tutto questo? 


Questo libro è una vera e propria giostra in cui si alternano vari personaggi che raccolgono tutte le sfaccettature dell’animo umano. Un romanzo che fa riflettere sulla morte ma soprattutto sulla vita e sul suo significato senza mai risultare pesante; anzi, a un colpo di scena ne segue un altro ancora più inaspettato fino a giungere al mozzafiato climax finale. In tutto il libro si alternano due diverse visioni, incarnate da Madame Curie e Maestro Goddard e dalle loro pagine di diario. Due diversi modi di vivere la morte, due diversi modi di vivere la vita. È compito del lettore giudicare chi ha torto e chi ragione -forse entrambi, forse nessuno. Sicuramente, da queste 350 pagine scritte magnificamente non trarrà altro che giovamento, come da una boccata d’aria fresca dopo lo smog che siamo costretti ogni giorno a respirare. Anche se in molti punti ci si ritroverà a trattenere il respiro.


Durante tutto il tempo che ho impiegato per scrivere questa recensione, mi sono dovuta mordere la lingua, o meglio le mani, per evitare di rivelarvi qualcosa di più sul prosieguo della trilogia, avendo già divorato Thunderhead, il secondo volume, che lascia più che mai il lettore con la voglia di continuare a divorare le molte di Neal Shusterman. Il terzo e ultimo capitolo della saga, The toll, non è ancora stato pubblicato in Italia, ma dovrebbe uscire il prossimo marzo come Il rintocco. È inutile dire che non sto più nella pelle, vero?

Spero di avervi incuriosito abbastanza da andare in libreria e acquistare questo gioiello (tra l’altro in un’edizione meravigliosa di quelle Oscar Vault Mondadori). Affrettatevi prima che la mia poca pazienza si esaurisca e inizi subito a tessere le lodi di Thunderhead!

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