Di mondi diversi e anime affini


Questa è la mia prima recensione dell’anno, un fatterello abbastanza insignificante per chiunque altro ma che per me riveste invece una certa importanza -d’altronde, bisogna cominciare col piede giusto. Ho pensato e ripensato a quale libro potesse svolgere questa fondamentale funzione di apripista, e per quale motivo, e alla fine mi è venuta in mente la mia ultima lettura di questo anno passato: inizialmente presa solo per il prezzo convenientissimo dell’ebook, mi ha dimostrato quanto sia importante lasciarsi alle spalle i propri pregiudizi, che siano verso i libri o verso le persone. Quale mantra migliore per iniziare al meglio questo nuovo anno? Ecco a voi dunque Di mondi diversi e anime affini di Mohamed Ismail Bayed e Raissa Russo


Titolo: Di mondi diversi e anime affini
Autori: Mohamed Ismail Bayed e Raissa Russi
Editore: De Agostini 
Pubblicazione: 18 maggio 2021, Italia
Prezzo: 16,00 €


Mohamed è diventato Momo “per essere invisibile, per non sembrare straniero, perché sognavo di essere uguale agli altri”. Raissa si divertiva a fingere di non essere italiana per “poter essere diversa, poter dire sono speciale”. Momo, per garantire un futuro migliore a Soukaina, la sorella affetta dalla sindrome di Down, si è ritrovato a lasciare una vita comoda e sicura in Marocco e ad affrontare un Paese nuovo, e purtroppo anche ostile. Raissa è cresciuta in una realtà protetta e amorevole, ma con una gran voglia di esplorare il mondo e di trovare la sua strada. Una stessa città, due mondi completamente diversi. Ma chi l’ha detto che due ragazzi provenienti da realtà opposte non possano provare gli stessi sentimenti, soprattutto nei confronti l’uno dell’altro?


Probabilmente, la maggior parte di voi avrà sentito parlare di Momo e Raissa, i due tiktoker che con i loro video si divertono a mostrare i pregiudizi che, come coppia mista, si ritrovano ad affrontare quotidianamente. Ecco, io onestamente no, o almeno non proprio: non sono infatti una grande amante di TikTok, e l’unico motivo per cui ho scoperto della loro esistenza è stato un momento di noia sacrificato a Instagram. Divertenti, leggeri, ironici ma anche pieni di significato, i loro video li ho sicuramente trovati interessanti, ma la vera sorpresa l’ho avuta quando qualche tempo dopo, in libreria, ho trovato un libro scritto proprio da loro. Lo dico molto tranquillamente, la prima cosa che ho pensato è che i libri adesso li possono scrivere un po’ tutti; nonostante questo, un po’ di curiosità mi è rimasta e, quando l’ho trovato a prezzo stracciato su Kindle ho deciso che, perché no, leggerlo alla peggio avrebbe confermato la mia opinione. 


Sono stata molto felice, invece, di essermi sbagliata. Raissa e Momo ci parlano infatti di esperienze significative, che riguardano bullismo, sessismo, razzismo, relazioni tossiche, solitudine, paura del futuro. Alcune ci riguardano un po’ tutti, altre invece spesso le releghiamo in un angolino remoto dei nostri pensieri cercando di dimenticarle o, peggio, di sminuirle. Esperienze che spesso sono molto meno plateali di quanto pensiamo, e che si annidano invece nella vita di tutti i giorni, nella battuta del comico mancato di turno, nella frase detta senza pensare, nello sguardo accigliato che giudica. Fatico sinceramente a trovare le parole per descrivere questo libro, perché i due ragazzi che l’hanno scritto hanno già detto tutto, anche solo considerando che il libro è diviso in due parti, Raissa e Momo e Noi: come dicono anche loro, “non sapremo mai se, senza unire le nostre vite, saremmo arrivati esattamente al punto in cui siamo ora. Ma ci piace pensare di no. Perché è insieme che siamo diventati più forti, e anche più felici”.

Momo e Raissa si raccontano, portandoci nella loro quotidianità, che per certi versi potrebbe benissimo essere la nostra o quella di amici, mentre noi restiamo lì ad ascoltarli come se ci trovassimo faccia a faccia a bere un caffè. Familiarità è la prima parola a cui assocerei questo libro, semplicità la seconda e autenticità sicuramente la terza, a prova che a volte -non quanto vorremmo, certo, ma più spesso di quanto si pensi-, anche se mediata da un touch screen, la realtà riesce ad arrivare esattamente così com’è.


Non sarebbe stato forse stupido tralasciare tutto questo per colpa di un pregiudizio? Questo è dunque l’augurio che mi faccio per quest’anno, sia qui sul blog che nella vita reale: lasciar perdere il giudizio degli altri, e mettere a tacere quella vocina nella mia testa che pensa di sapere tutto su di me e su ciò che mi circonda. Ora, spero solo di non doverlo riciclare per il 2023!

Come avete iniziato questo nuovo anno? Qual è stato il vostro più grande pregiudizio sui libri che avete abbattuto? Fatemi sapere nei commenti!

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