Il domatore di demoni


 Quest’oggi vi parlerò del fantasy storico Il domatore di demoni, dello scrittore italiano emergente Christian Brancati. Ma prima di iniziare qualsiasi discorso, devo ringraziare l’autore che con grande gentilezza mi ha dato l’occasione di leggere il suo libro e di scoprire l’originale storia del protagonista Damian e dei suoi compagni.


Roma, 312 d.C., impero di Costantino. Il Colosseo, “la terra del non ritorno, tra la vita e la morte”, è in fermento: gli spettatori, patrizi e plebei, hanno già preso posto nei diversi settori della cavea, l’imperatore è al suo posto d’onore, e il torneo tra gladiatori sta per avere inizio. Tra i tanti uomini costretti ad affrontare bestie, guerrieri e naumachie c’è anche Damian, un giovane straniero gettato in quella gabbia mortale dopo essere stato tradito. Non ricorda nulla della sua casa, della sua famiglia o di come sia finito a Roma; l’unico oggetto che ha con sé è un misterioso pugnale nero dalla forma di drago. Grazie al fortuito incontro col gladiatore Desmond, proveniente da Ylawid, il Villaggio degli Dei attaccato tempo prima dai Romani, Damian riuscirà pian piano a riacquistare la memoria e con essa la consapevolezza del suo potere e della sua missione. Nell’anfiteatro, infatti, i suoi avversari non sono solo umani: tra di essi si nascondono i demoni, esseri oscuramente legati all’Impero, alla distruzione del suo Villaggio e a Damian stesso. Nel giovane eroe scorrono infatti l’essenza benefica del Drago, che un tempo era a guardia di Ylawid, e il potere distruttivo del Signore Oscuro; per sopravvivere ai suoi nemici si ritroverà a fare i conti con questa forza incontrollabile e a partire per un viaggio che lo porterà fino in Egitto. Lo scopo? Eliminare i demoni una volta per tutte...


“Sono Uomo, Drago e Demone, tre essenze in una sola persona” Devo dire che Il domatore di demoni non mi ha conquistato subito: questo è stato infatti il mio primo approccio al fantasy storico e all’inizio trovare degli elementi fantastici in un’ambientazione realistica ricostruita minuziosamente mi ha disorientato; a ciò si è aggiunta anche l’iniziale complessità del mondo magico creato dall’autore, estremamente preciso ma anche pieno dei personaggi e delle creature più svariate, ispirate a varie tradizioni mitologiche e religiose (romana, egizia, cristiana e nordica, solo per citarne alcune). Col susseguirsi degli eventi, però, mi sono trovata ad apprezzare questa storia sicuramente singolare e fantasiosa, prediligendo soprattutto le scene di combattimento (e vi assicuro che ce ne sono davvero tante) delineate fin nei minimi dettagli. Lo stile di Brancati, infatti, si basa molto sulle descrizioni, il che, a mio parere, è un po’ “un’arma a doppio taglio”: se da un lato esse quasi permettono al lettore di vedere le scene susseguirsi davanti ai propri occhi, dall’altro possono rallentare un po’ la narrazione. Sono comunque rimasta molto colpita dalla precisione con cui viene mostrata la vita a Roma: dall’abbigliamento all’ambito militare, dal cibo ai ludi, tutto è raccontato con grande accuratezza storica e con il gergo appropriato senza appesantire il racconto. Ho apprezzato anche l’inserimento di una cornice narrativa, espediente che adoro ritrovare nei libri che leggo: la storia del domatore di demoni è infatti raccontata da un maestro a un suo giovane allievo, e sono sicura che questa scelta porterà a risvolti molto interessanti. Il linguaggio usato dall’autore, poi, è comprensibile e per niente ricercato, anzi: grazie ad esso ho trovato le vicende di Damian, Desmond, Tanya e degli altri personaggi talmente avvincenti che mi sono sorpresa a leggere più velocemente per arrivare subito alla fine e scoprire così la sorte dei nostri eroi. Eroi che incarnano alla perfezione la classica e ben nota lotta tra il Bene e il Male, a partire dal protagonista Damian, che di questa lotta è proprio il simbolo: egli possiede infatti due poteri opposti, in contrasto tra loro, pronti a venir fuori quando meno se lo aspetta. Starà a lui decidere da che parte schierarsi, facendo leva sulla sua gentilezza, il suo coraggio, la sua capacità di fare la scelta giusta, sempre e comunque. Gli altri personaggi mi hanno ugualmente incuriosito, benché forse abbia trovato la loro caratterizzazione leggermente poco approfondita; una nota di merito va però alle complesse storie che tutti hanno alle spalle, ognuna diversa e unica nel suo genere. 


Nel complesso, Il domatore di demoni è un romanzo d’esordio certamente non privo di difetti, ma che come lo stesso Damian ha in sé grandi potenzialità: lo consiglio vivamente agli appassionati di dark fantasy e fantasy storico che sono interessati a scoprire un nuovo e valente scrittore italiano. 


Voi avevate mai sentito parlare de Il domatore di demoni? Avete già letto dei fantasy storici o come me siete neofiti del genere? Fatemi sapere tutto nei commenti. A presto!

Commenti

Post popolari in questo blog

La spada e il crisantemo

Serpent & Dove - La strega e il cacciatore

Il grande ritratto