La spada e il crisantemo


Il libro di cui vi parlerò oggi è La spada e il crisantemo, che la sua gentilissima autrice, Veronica N. M. Green, è stata così cortese da mandarmi, peraltro con una splendida dedica. Questo fantasy, ambientato in Giappone, racconta le avventure della protagonista Jane Edwards, militare americana con un tragico passato alle spalle che si ritrova improvvisamente al centro di un’antica leggenda giapponese. Leggenda che, purtroppo per lei, di leggendario ha ben poco...


La (non) vita dell’ex sottotenente Joanna Abigail Edwards va avanti a dipendenze ed autocommiserazione: con la mente annebbiata da alcool, fumo e psicofarmaci, nella sua camera di motel che è, come la sua coscienza, “sporca e semibuia”, ripensa continuamente alla tragedia avvenuta durante la sua ultima missione in Afghanistan. Tragedia che tutti si ostinano a chiamare “incidente”, nonostante lei sappia bene che la colpa è solamente sua. Ma questo sembra non importare all’irritante agente Thompson, che l’ha fatta convocare nel suo ufficio. La Cia ha una missione da affidarle, dice: dopo essersi disintossicata, Jane dovrà fingersi un’innocente dottoranda in Lingue e Culture Orientali per affiancare il professor Hamada in una sua misteriosa ricerca. Il motivo? Non pervenuto. Ma quando il professore le racconta di un’antica spada perduta da tempo e dotata di un potere straordinario, capace di essere impugnata solo dalla discendente della regina-sciamana Himiko, la vita di Jane viene improvvisamente sconvolta: perché la prescelta, guarda caso, è lei. Lei che crede solamente a ciò che vede con i propri occhi, lei che si lascia alle spalle una vita inutile e martoriata dai sensi di colpa, lei che ha ormai pochissimi amici e forse nemmeno quelli, si ritrova a Sapporo, sull’isola giapponese di Hokkaido; qui fa la conoscenza dei dodici protettori della spada, che da generazioni si preparano a difendere il magico artefatto, e di Toshio, nipote di uno di loro, figura misteriosa che prova un immotivato odio verso Jane. E come se non bastasse, le forze oscure che da tempo bramano il potere della spada si sono risvegliate…


“Molte mani vorrebbero afferrarla, ma solo due possono brandirla” Innanzitutto, devo dire che nei confronti di questo libro ho provato un istintivo interesse: da appassionata di arti marziali quale sono, infatti, ritrovarle in un fantasy mi incuriosiva moltissimo; inoltre, approfondire la mitologia e la leggenda di un Paese come il Giappone, che mi affascina ma di cui alla fine so molto poco, è stata un’ottima ragione per iniziare La spada e il crisantemo. E le mie aspettative non sono state deluse, perché la lettura si è rivelata avvincente e interessante. 


Voglio cominciare a parlarvi di questo fantasy partendo dalla figura di Jane, la protagonista. L’autrice ce la presenta immediatamente nel suo stato peggiore: la vediamo per la prima volta, infatti, nella sua piccola e sporca camera d’albergo, intenta come sempre a ripetere quei gesti autodistruttivi che in un anno l'hanno trasformata in una donna cinica e disperata, cosa che Jane sa benissimo. Lo sa, e soprattutto sa di meritarselo: dopo il terribile incidente di guerra che ha provocato e che la ossessiona da quando è tornata dall’Afghanistan, è diventata perfettamente consapevole di non essere degna di ricevere né compassione né tantomeno affetto, in primis da sé stessa. Dal fondo delle sue bottiglie di pessimo gin, però, si ritrova improvvisamente catapultata in una realtà a lei del tutto sconosciuta, che diventa decisamente irreale e pericolosa quando le viene rivelato che lei è la reincarnazione di un’antica sciamana giapponese. La sua prima reazione, naturalmente, è scappare via, e la seconda trattenere  a stento le risate: questo solo per farvi capire che se cercate una protagonista che abbracci immediatamente il suo ruolo di predestinata e di salvatrice del mondo, avete sbagliato libro. Ogni reazione di Jane, infatti, è dettata dalla razionalità -o probabilmente dovrei dire irrazionalità- tipicamente umana, tant’è che impiegherà tempo e sudore per accettare il ruolo che l’universo ha deciso di imporle; questo in particolare è stato un aspetto di lei che ho apprezzato veramente tanto: la nostra eroina infatti è tutt’altro che perfetta, e ha scordato da tempo cosa voglia dire essere sé stessi, ma dopo molto tempo riuscirà finalmente ad accettarsi facendo leva non solo sui suoi pregi, ma anche sui suoi difetti. Parallelamente alla ricerca della spada, Jane ne affronterà dunque una personale in cui emergerà tutta la sua forza d’animo, la sua costanza e, naturalmente, la sua ironia. Certo, le prove sul suo cammino non saranno poche, e tra queste la prima e la più difficile si rivelerà vivere a fianco di Toshio senza strangolarlo. Il ragazzo, nipote di uno dei dodici, è infatti piuttosto difficile da sopportare: chiuso in sé stesso, freddo, sprezzante, onesto fino a sconfinare -e di molto- nella maleducazione, riesce ad esprimersi solamente nel dojo della palestra dove è maestro di judo e altre arti marziali. Da estremo tradizionalista, si dimostra da subito odioso e scostante nei confronti dell’ignorante americana a cui è costretto ad insegnare le basi del combattimento, e per questo non esita a risparmiarle critiche e cattiverie. Ma Jane, che per quanto si sforzi non riesce proprio a capire il suo astio immotivato verso di lei, sa che i suoi giudizi, seppur estremi, celano verità che conosce bene. E man mano che la ricerca della spada si farà più complicata e pericolosa, nonostante tutto Jane capirà di poter contare sulla schiettezza, sull’appoggio e sugli insegnamenti di quel ragazzo incostante e misterioso; dopo tanto tempo, l’ex sottotenente capirà finalmente cosa significhi fidarsi di chi la circonda e, soprattutto, di sé stessa.


Come ho già detto all’inizio, La spada e il crisantemo mi ha incuriosito fin da subito, e le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte: ho apprezzato molto lo sviluppo della storia, e il finale mi ha lasciato addosso un’incredibile voglia di sapere come proseguirà la vicenda di Jane e quali difficoltà si troverà ad affrontare. Le uniche critiche che ho sono più che altro personali e hanno a che fare con lo stile dell’autrice: in alcuni capitoli, infatti, ho trovato che la storia procedesse un po’ a rilento, mentre in altri mi è sembrata forse troppo veloce (sì, so di essere un’eterna indecisa); c’è da dire però che nei fantasy non amo particolarmente le sequenze riflessive, e che per quanto riguarda la rapidità iniziale del libro trova un motivo man mano che si va avanti nella lettura. Invece, mi hanno particolarmente colpito le descrizioni degli allenamenti di Toshio e Jane, sicuramente dettate dall'esperienza dell'autrice, che è anche un'insegnante di Tai Chi: mi è davvero piaciuto ritrovare tra le pagine di questo libro le emozioni di un combattimento, la fatica dietro a una tecnica perfetta, l'unione di corpo e mente e tutti gli altri elementi che fanno di quelle marziali delle vere e proprie arti

Nonostante alcune imperfezioni, dunque, La spada e il crisantemo è un libro coinvolgente e interessante, che mi sento di consigliare agli appassionati di cultura orientale ma anche  a coloro che vorrebbero sapere qualcosa in più sul Giappone, le sue leggende e i suoi misteri. 

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